(Genova, 1895-Napoli, 1969), nipote dell’armatore, fu giornalista e tra i più assidui e autorevoli collaboratori della «Rivoluzione Liberale». Su iniziali posizioni liberal-conservatrici, dopo la morte di Gobetti si avvicinò progressivamente al fascismo diventando, dal 1935, direttore del «Telegrafo» di Livorno. Nel dopoguerra, dopo un periodo di epurazione, fu alla guida del «Mattino» di Napoli.