Picta Poesis: Literary and Humanistic Theory in Renaissance Emblem Books

Tra Cinque e Seicento l’immaginario collettivo elabora il bisogno di vedere materialmente le parole per intuirne il significato morale: un’immagine con una sentenza o una poesia forma l’emblema. La percezione risulta immediata e sensuale, e diviene attività conoscitiva in quanto sviluppa la tendenza didattica e dimostrativa del pensiero visivo. Imprese, emblemi, fisionomie, iconologie soddisfano l’esigenza di comunicare messaggi mentali in modo fisico e corporeo. La forza di questo genere d’insegnamento sta nella facilità a essere generalizzato in norma estetica di vita applicata. In questo volume, che è ormai un classico della teoria letteraria ed estetica, l’autore descrive concettualmente la disciplina dell’ars emblematica, facendo un importante excursus tra i più importanti precursori e rappresentanti della letteratura e dell’iconografia, discipline che, mai come in questo periodo, si fondono tra loro: da Guillaume de la Per­rière ad Andrea Alciati, da Geffrey Whitney a Henry Peacham, u­no strumento indispensabile per comprendere l’iconologia ri­na­scimentale e, in generale, l’arte del Cinquecento che, per ri­prendere le parole di Cesare Ripa, è «non meno utile che ne­cessaria a Poeti, Pittori, Scultori, & altri, per rappresentare le Virtù, Vitij, Affetti, & Passioni humane».