Arcangela Tarabotti

(1604-1652) fu costretta ad entrare giovinetta nel monastero di Sant’Anna di Venezia, dove visse fino alla morte. Fu profondamente segnata dall’esperienza della monacazione forzata, ma, rifiutando di rassegnarsi al suo destino, affidò alle carte tutto il suo dissenso contro questa ingiustizia. Autrice di almeno sette opere, cinque delle quali pubblicate in vita, Tarabotti fu la voce femminile più audace del suo mondo. Scrittrice poliedrica e polemista, in trattati, opere confessionali e commemorative, satire e lettere, criticò apertamente le forze sociali, politiche e religiose che nell’Italia della Controriforma contribuirono al maltrattamento e alla sottomissione delle donne.