Festina lente
Il tempo della scrittura nella letteratura del Cinquecento
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Un'indagine su quanto la nozione di temporalità abbia influenzato nel Cinquecento la letteratura e i modi di scrittura rappresenta uno snodo del tutto originale nel panorama storico-critico. Da angoli di osservazione diversi e con metodologie differenti i saggi che compongono questo volume prendono avvio da un quesito fondamentale: quanto lo sviluppo della stampa nel corso del Cinquecento abbia influito sul tempo che gli scrittori dedicarono alla realizzazione delle loro opere. Il volume mette in luce come accanto alle modalità classicistiche di confezione del testo, incentrate sui tempi lunghi della revisione, della cura formale, del labor limae, si facciano strada pratiche scrittorie che optano, più o meno consapevolmente, per tempi veloci di esecuzione. Il concetto di ‘prestezza’ (elaborato con evidenza teorica nel campo delle arti figurative) si affianca a quello classicistico della ‘lentezza’, e l’interesse per la contemporaneità finisce col prevalere sul culto umanistico del passato. All’indagine su autori significativi del Cinquecento (Machiavelli, Michelangelo, Ariosto, Tasso, Aretino, Doni, Gelli) si è intrecciata l’analisi di specifici generi letterari legati alla ‘velocità’ (che hanno una notevole diffusione proprio nel XVI secolo), come gli ‘avvisi’, i libri di lettere, la poesia d’occasione, la poesia all’improvviso, i ‘lamenti’, i canti carnascialeschi, le bibliografie, i testi teatrali che mettono in scena eventi di cronaca; una produzione, cioè, legata all’attualità, alla contingenza, al consumo e alla fruizione immediata.
Recensioni:
Il Sole 24 ore, 21 settembre 2014 Chi s'affretta vada piano di Carlo Carena
Disponibile su Torrossa store
Dettagli supporto
Supporto cartaceo (libro)
Pagine xiv-306
ISBN 9788863726077
Anno 2014
Numero in collana 126