La fondazione religiosa di un impero coloniale

Grandi navigazioni, paura dell'ignoto, l'incontro-scontro della civiltà europea di matrice portoghese e l'ambiente brasiliano. Conquistatori e missionari che, cresciuti in una nazione dalla natura arida e poco generosa, sbarcano in un paese dai grandi spazi, foreste rigogliose, maestosi fiumi e incredibili varietà animali. Alla meraviglia e allo smarrimento seguono rapidamente le prime disfatte e delusioni. Non una nuova Eldorado colma d'oro e argento né grandi civiltà da convertire al cristianesimo, ma tante piccole tribù nomadi e dedite alla pastorizia, uomini sprofondati nel cannibalismo, spesso in guerra tra loro. È qui che trovò ambientazione, a partire dal 1540, la prima missione gesuita portoghese nelle Americhe Occidentali, quella guidata da padre Manuel da Nóbrega (1517-1570). Questo giovane padre gesuita fu un protagonista, una figura dominante tra coloro che tentarono di unire la società europea e l'umanità brasiliana sotto il mondo cristiano. Il libro segue le sue vicende a partire dal periodo di formazione dominato dalla figura del canonista dottor Navarro e si sofferma sulle complesse vicende della nascita della Compagnia di Gesù nella provincia portoghese, un mondo religioso, quello lusitano, contrassegnato da un misticismo guerriero. Della missione in Brasile di Manuel da Nóbrega l'autrice sottolinea l'esistenza di due fasi consequenziali ma nettamente distinguibili tra loro. Una prima, quella del gradualismo e degli innovativi tentativi di adattamento ed una seconda, caratterizzata dall'uso della forza e della giustificazione della schiavitù cui seguì la costruzione di un sistema economico complesso, embrionale tentativo di autonomizzazione da quello coloniale. Manuel da Nòbrega fu tra i protagonisti della prima globalizzazione del mondo.