Di Nievo in Nievo

Per un quarantennio, dal 1950 al 1990, ovvero dal volume ricciardiano delle Opere all’edizione delle Confessioni d’un Italiano introdotte e commentate per la Marsilio, Sergio Romagnoli è ripetutamente tornato a scrivere su Ippolito Nievo, togliendo di mezzo sedimentati stereotipi, facendo scoprire la grandezza e la modernità dello scrittore. I suoi studi, concepiti nella misura del saggio a carattere generale oppure volti all’approfondimento di  un aspetto particolare, ogni volta aprono  nuove prospettive da cui il Nievo esce sempre arricchito, agganciato ad una prospettiva europea. Al suo autore privilegiato ed a lui più congeniale il critico si avvicina convinto del valore etico e civile della letteratura, e per la sua interpretazione si avvale di una profonda conoscenza della cultura del Settecento e dell’Ottocento, della sua sensibilità per nuovi metodi di lettura.  I suoi contributi, apparsi in varie sedi, continuano ad essere costante punto di riferimento per gli studiosi ed ora sono finalmente riuniti in volume a restituire nella sua interezza  il risultato dello scavo di colui che a ragione può essere considerato il fondatore degli studi nieviani, che ha guidato alla riscoperta di uno scrittore, oggi considerato uno dei massimi del nostro Ottocento, tra Manzoni e Verga.