Dei Sepolcri

«Questa nuova edizione del carme Dei Sepolcri trova le sue origini nell’incontro di due esperienze critiche avviate in contesti fra loro assai diversi – la filologia manoscritta per l’una, lo studio dell’attività letteraria ed editoriale otto-novecentesca per l’altra – ma approdate ad un comune interesse per l’area di studi definita, […], con un’espressione ormai accettata, “filologia dei testi a stampa”. Una maggiore attenzione per le tecniche di allestimento e produzione tipografica, così come per la composita materialità degli esemplari superstiti di singole edizioni, suggeriva infatti nuovi strumenti per ridiscutere più d’una vicenda testuale solo apparentemente risolta o di affrontarne altre che, in precedenza, sembravano impermeabili ad indagini desiderose di penetrare attraverso le maglie della pagina stampata. Ed esemplare, fra queste ultime, era la situazione offerta dai Sepolcri foscoliani, tramandati da un’autorevolissima edizione curata dal poeta, la princeps del 1807, ma di fatto privi di fonti manoscritte. […] L’edizione critica che qui si presenta è dunque il risultato della continua messa in comune dei dati raccolti e della loro interpretazione, dei dubbi per alcune poco spiegabili situazioni tipografiche, degli entusiasmi per la scoperta di una variante inedita, dei tentativi di soluzione dei problemi sorti di volta in volta, da quelli relativi alla ricostruzione del testo a quelli legati alla rappresentazione in apparato delle modifiche individuate nei diversi esemplari e nelle diverse edizioniı» (dalla Premessa dei curatori).