«Scrivere di sacro»

Il filo della lettura testuale e intertestuale nell’intreccio tra i singoli testi e nelle loro intersezioni lega e unifica i saggi qui raccolti. Oltre la soglia del saggio iniziale su una straordinaria figura di donna, mistica e ‘maestra dei teologi’ come Angela da Foligno, i saggi successivi cercano di addentrarsi in quello che più di  mezzo secolo fa don Giuseppe De Luca ha definito il Mato Grosso della letteratura di pietà tra Cinquecento e Ottocento, con la selva del Seicento fitta di grovigli e sorprese. In questa prospettiva l’indagine si appunta su opere ancora poco esplorate di autori famosi come  La Palermitana di Teofilo Folengo  e opere importanti, a vari livelli, di autori a lungo trascurati come il Tempio armonico di Giovenale Ancina. Lo stesso intento orienta i due saggi, strettamente contigui e speculari, centrati su due nodi cruciali nella cultura barocca, le  molteplici, sfaccettate, immagini di un santo emblematico come Francesco d’Assisi  e  le stupefacenti «meraviglie» di un’icona sacra come la  Sindone, su cui convergono oggi dibattito e ricerche interdisciplinari; nodi che segnano una serie di testi più e meno conosciuti, ma tali, tutti, da far riflettere su modelli, problemi e domande dei nostri giorni. Nella stessa linea il saggio finale, se rivela un aspetto rimasto sinora in ombra, quello dell’istanza religiosa nella poesia del Meli, fa emergere la presenza di temi che al di là della tensione morale, civile, sociale, mostrano uno sviluppo tutt’altro che alieno da un impegno di solidarietà umana e cristiana.

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