partecipò al primo conflitto mondiale e fu esponente a Brescia della democrazia cristiana murriana. Nel dopoguerra aderì all'Associazione Nazionale Combattenti e diresse il settimanale «Il Combattente», a cui collaborò Augusto Monti. Fu figura di spicco del Gruppo di «Rivoluzione Liberale» della città lombarda. I suoi lavori su Manzoni e Lamennais furono apprezzati da Francesco Ruffini, che ne lodò la figura di storico non accademico.