nato a Napoli nel 1902, giurista e salveminiano, fu allievo di Segrè e Coviello, maturando negli anni della giovinezza l’amicizia e la collaborazione con Piero Gobetti, per la cui rivista «La rivoluzione liberale» scrisse soprattutto nel 1922. Pur avendo solidarizzato con Matteotti e Gobetti trovò un modus vivendi con il fascismo, ottenendo la cattedra di Diritto civile all’Università di Pavia nel 1936. Tra le sue opere più importanti Teoria del negozio giuridico (1947), Il principio di buona fede (1964).