(1884-1923), giornalista, conferenziere ed appassionato di scenotecnica, fu proprio grazie alle sue teorie scenico-drammaturgiche che s’inserì nel panorama intellettuale d’inizio ’900, favorito dall’amicizia col conterraneo D’Annunzio. Avvicinatosi alle avanguardie, ispirò a un approccio futurista alcune opere teatrali che diresse per una rassegna al Teatro Argentina di Roma nel 1920. Intanto tra Italia, Francia e New York continuò l’attività di pubblicista, fino alla morte improvvisa che lo colse giovanissimo.