(1899-1973) partecipò al I conflitto mondiale e, nell’estate del 1918, prese parte alla liberazione di Vittorio Veneto. Antifascista fin dall’inizio, nel dopoguerra condivise la linea gobettiana e collaborò alla «Rivoluzione liberale», non solo come esperto di questioni militari, ma come studioso del liberalismo. Durante la II guerra mondiale e la resistenza la sua dimora divenne luogo di accoglienza e rifugio di intellettuali e militanti antifascisti. Presso la casa editrice gobettiana, già riediti nelle edizioni di Storia e Letteratura, pubblicò anche Badoglio a Caporetto (1923; 2013) e Da Caporetto a Vittorio Veneto (1925; 2012), nei quali contestava la tesi che la disfatta del 1917 fosse imputabile ai soldati e ai partiti contrari alla guerra.