(Palermo, 1860 – Roma, 1952), giurista e uomo politico. Divenuto Presidente del Consiglio subito dopo la disfatta di Caporetto (1917), contribuì a restituire fiducia alla nazione, chiamandola a un nuovo sforzo bellico. A capo della delegazione italiana alla Conferenza di Pace di Parigi (1919), rivendicò senza successo i territori promessi all’Italia nel patto di Londra e la sovranità su Fiume. Di fronte al fascismo tenne inizialmente un atteggiamento di aspettativa, trasformatosi in dissenso a partire dal ’25. Membro dell’Assemblea Costituente, è considerato il fondatore della scuola italiana di diritto pubblico. Tra le sue opere: Principi di diritto costituzionale (1889; 1931); Lezioni di diritto costituzionale (1928); Diritto pubblico generale; scritti vari coordinati in sistema (1940).