(Monastero Bormida 1881 - Roma 1966) è stato professore, scrittore e, nel secondo dopoguerra, politico nelle fila del PCI. Collaborò con notevoli riviste tra le quali «Nuovi Doveri», «La Voce» o «Il Grido del Popolo». Nel 1929 apparve Sanssôssì. Gli spensierati: cronaca domestica piemontese del secolo XIX e, tra il 1934 e il 1935, pubblicò il dittico La storia di papà che si guadagnò critiche e attacchi di parte fascista. Inviso al regime, conobbe il carcere negli anni Trenta. Avvicinatosi al Partito comunista, dopo la Seconda guerra mondiale collaborò con «L'Unità» di Geymonat e Ugolini, mentre la sua produzione letteraria si arricchiva con il saggio Realtà del Partito d’azione (1945), i romanzi Vietato pentirsi (1956) e Ragazza 1924 (1961) e la sua autobiografia I miei conti con la scuola (1962).