Dino Fiorelli

(Prato 1904 -1979) fascista della prima ora, dal 1923 inizia ad allontanarsi dal partito fino ad abbandonarlo dopo il delitto Matteotti. La sua dissidenza lo porta a Parigi dove prova, senza fortuna, a pubblicare la sua prima opera, Borghesismo. Tornato in Italia, trova impiego a Roma presso la Società per la Pubblicità in Italia, dove fa esperienza come pubblicista, e crea le Edizioni Sigfrido per le quali esce il suo Della natura degli italiani e il dramma dell’intelligenza (indagini e appunti su “l’intelligenza” in Italia), lavoro che gli permette di farsi conoscere in campo letterario. Nel 1929 pubblica Borghesismo con le Edizioni del «Baretti». Dopo l’arresto nel 1931 e il confino a Ponza, graziato, rientra progressivamente nell’alveo del fascismo fino a aderire alla Repubblica Sociale Italiana. Nel dopoguerra collabora con la rivista «Archivio Storico Pratese» e la rivista romana «Il Pensiero Nazionale», dedicandosi in contemporanea per lo più alla poesia.