(Jeumont 1875 – Neuilly 1939) dalla giovinezza entra in contatto il socialismo tedesco, traducendo i testi di Marx, Engels e Kautsky, per poi aderire al sindacalismo rivoluzionario. Dopo il 1906 si avvicina all’estrema destra monarchica, da cui si allontana con la Grande Guerra. Nel 1914 pubblica uno dei suoi scritti di maggior rilevanza Les méfaits des intellectuels. Entusiasmatosi per Lenin, la Rivoluzione d’ottobre e i Soviet come organi di autogoverno dei produttori, entra in contatto con i comunisti francesi e pubblica sulla loro rivista «Clarté». È in questo periodo che incontra Piero Gobetti, con il quale intrattiene una corrispondenza relativamente importante tra il 1922 e il 1925, quando collabora anche alla «Rivoluzione Liberale» e al «Baretti». Deluso dagli sviluppi in Unione Sovietica dopo la morte di Lenin, ritornerà nell’alveo del sindacalismo rivoluzionario, senza però mai abbandonare il suo antifascismo che lo porta a sostenere, sia pure con riserve, il Fronte popolare.