«Ci sono cose del passato che non si vogliono ricordare perché turbano la coscienza. Allora si cerca di rimuoverle e, come si dice con linguaggio figurato, ci si mette una pietra sopra.
Questa col suo peso schiaccia i ricordi, li allontana; però restano sempre lì, come serrati con forza sotto i sassi. (…)
A Lanciano, ai bambini che cominciavano ad allontanarsi da casa in bicicletta, si raccomandava di non avvicinarsi a una villa antica abbandonata, dicendo loro che era abitata dai fantasmi.
Quando sono diventato adulto, ho saputo che la “casa dei fantasmi“ era stata durante la seconda guerra mondiale un campo di concentramento dove erano state rinchiuse delle donne. Nessuno però conosceva la loro storia né la loro sorte.
Ho deciso di farmi coraggio e infrangere i tabù dell’infanzia.
Per sollevare “i sassi della memoria“ ho varcato quelle porte che una volta erano interdette perfino allo sguardo (…)» (Prologo).
Sui campi di concentramento italiani è calato uno strano oblio, frutto di silenzi e di colpevoli omissioni. Nel giorno della memoria rileggiamo il libro di Gianni Orecchioni, I sassi e le ombre. Storie di internamento e di confino nell’Italia fascista. Lanciano 1940-1943.
Partendo dal campo femminile di Lanciano, in cui fu internata Maria Eisenstein, il libro presenta anche le vicende di alcuni personaggi di rilievo della politica nazionale come Tristano Codignola, Enzo Enriquez Agnoletti, Guido Molinelli, Dino Philipson e Aldo Finzi. Utilizzando la microstoria come contributo essenziale per una più efficace lettura del fatto storico, vengono analizzati documenti, lettere e diari che, indugiando sul vissuto di persone di ogni origine sociale, vittime della deportazione e della politica razziale, contribuiscono a fornire uno spaccato in larga parte inedito della storia dell’internamento e del confino nell’Italia fascista.
Il tempo cancella quel che una voce non narra o una mano non scrive (G. Alberigo, Il gioco della sorte)
«Ci sono cose del passato che non si vogliono ricordare perché turbano la coscienza. Allora si cerca di rimuoverle e, come si dice con linguaggio figurato, ci si mette una pietra sopra.
Questa col...